Quando è avvenuto il passaggio dal reale al web? Ed è stato semplice e immediato? Parto dallo spunto di Inspiring PR 2019, il cui tema quell’anno verteva proprio sulla parola CONFINI, e mi riallaccio all’esperienza professionale di questi ultimi dodici anni, nei quali buona perte del lavoro si è trasferita nel mondo digitale. Un mondo, appunto, senza confini.

Dal 2010, più o meno, chi si occupa di comunicazione ha dovuto lasciare lo spazio reale come unico scenario del proprio mestiere e guardare anche al mondo digitale. Cosa ha significato questo passaggio? In breve si tratta di avere un perimetro completamente mutato, che si è allargato e non mantiene più confini fisici. Non esiste cioè più un solo “qui e ora” ma tante opportunità al di là dello spazio nel quale appoggiamo i nostri occhi.

Non è un caso che gli uffici stampa che operavano dentro agenzie di comunicazione anche grandi e strutturate ma ancorate al vecchio metodo di lavoro siano piano piano diventate obsolete. Così come i professionisti. È rimasto in pista chi ha saputo convertirsi e occupare anche lo spazio digitale. Dieci, dodici anni fa non era chiaro come sarebbe avvenuta la trasformazione che oggi è pane quotidiano della Gen Z ma i più curiosi di noi, pr, media relator e addetti stampa, comunicatori, hanno subito capito che era necessario mantenere il vecchio bagaglio di conoscenza ed esperienze e ripartire verso nuovi porti. Era necessario cambiare approccio, studiare e mettersi alla prova con fiducia perchè la nostra platea è divenuta il mondo intero.

Le strategie digitali per un brand, una destinazione turistica o un prodotto sono affascinanti fusioni di competenze che vanno dal marketing alla sociologia, dalla strategia fino all’analisi numerica risultati. I più giovani in questo sono dei maestri e si muovono con un’agilità straordinaria che è frutto del contesto storico in cui sono cresciuti. Chi è nato nel mondo analogico fa forse più fatica ma può contare spesso su anni di studio, una  cultura che permette di leggere, analizzare e interpretare il reale con più strumenti.

Reale e digitale in un caso di Made in Italy

Tradizione e savoir faire della grande tradizione artigiana del Made in Italy  rivivono grazie ad una rete mondiale e virtuale, il web, dove tutto si cerca e molto si impara.  

Tra i primi lavori nel mondo digitale ne cito uno, ormai un cavallo di battaglia da cui attingo diverse esperienze: il brand italiano di biciclette artigianali CarrerBikes (vedi qui). Torno indietro al 2013, quando sono partite le prime sperimentazioni sul prodotto e la realizzazione del telaio, un mix di ingegneria e di alta artigianalità. Lungo gli otto anni successivi ho raccontato questo caso straordinario di prodotto “pensato e fatto in Italia” con una comunicazione integrata tra reale e web: dal sito proprietario che ho curato interamente, ai social network Instagram e Facebook, dal  blog 1558magazine utilizzato per portare clienti al sito parlando di un’Italia fatta di luoghi meravigliosi, imprenditori coraggiosi, artigianato locale. A questo ho affiancato il lavoro di ufficio stampa, la realizzazione di eventi dedicati e la partecipazione ad eventi di terzi (come il Fuori Salone di Milano o la Biennale di Architettura di Venezia) e le media relations. Utilizzare più strumenti significa creare un dialogo che si nutre delle opportunità date dal reale e dal web. 

Aziende che nascono e si sviluppano in piccole realtà urbane se in altri tempi erano soddisfatte per il solo fatto di raggiungere una notorietà nazionale, ora puntano a spazi internazionali, anche in altri continenti. Il web serve anche a questo. Posso dire che il progetto Carrerbikes sia stato una bellissima esperienza sul campo dove sperimentare con soddisfazione una comunicazione veramente a tutto tondo.

Ed è da qui che parto anche oggi, ovvero da una comunicazione senza confini, che unisce reale e virtuale, analogico e digitale. Un evento che continua a vivere e a far parlare di sé perchè occupa anche l’on-line, la dimensione virtuale ed eterna (ed è per questo che vale sempre la pena affidarsi a professionisti per comunicazione). Oggi utilizzerei TikTok, farei storytelling su un podcast dedicato, ma oggi non è il 2013 e nemmeno il 2017 quando partecipare al Fuorisalone del Salone del Mobile a Milano era già una bella avventura o quando le attività di pr mi hanno portata a conoscere Brunello Cucinelli. Oggi è un momento storico molto diverso e il brand CarrerBikes risente, sia nella comunicazione ma soprattutto nella produzione, del grande cambiamento post pandemia.

Io spero che un giorno il marchio CarrerBikes possa essere conosciuto ovunque intorno al mondo, riprendendo il titolo del volume di Kiriakos Iodifidis. Intanto del buono c’è. Questa “storia” mi ha permesso in un tempo lunghissimo (nove anni in questa nostra epoca velocissima e fluida lo sono) di comprendere perfettamente e non senza intoppi il passaggio dal reale al web, di sperimentare. E di essere oggi in grado di avere una grande dimestichezza nella comunicazione con entrambi e di poter dire che sì, la comunicazione integrata è indispensabile per tutti, che siano persone o aziende.

 

About the Author: Anna Romanin

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By Published On: Agosto 5th, 2022Categories: comunicazione, storytelling