Onlus è una parola che rende immediatamente “buona” una associazione, anche se non sappiamo di preciso cosa fa. Così è stato per molto tempo per me, quando ad una donazione non seguiva una reale partecipazione sul campo. Oggi invece so cos’è veramente il volontariato e quanto faccia crescere umanamente. Oggi so che le esperienze fatte nella vita in questo ambito ci migliorano come esseri umani e nella nostra professione. Qualsiasi essa sia.
Le Odv non sono solo un freddo “terzo settore”: è bello leggerne o ascoltare i racconti di altri ma esserne parte e vedere dall’interno come funzionano e cosa si può concretamente fare per chi è in difficoltà può essere una svolta nella vita. Per questo voglio parlare della “mia” onlus, La Fenice FVG, quella in cui sono arrivata a pezzettini e sono riuscita a rinascere incollando quei pezzettini.
Affinché le esperienze di dolore non siano vane devono essere usate per essere di aiuto agli altri. Generosità, attenzione, affidabilità, spirito di iniziativa, pazienza, ascolto, volontà sono la formula per riparare una mamma (e un papà) a pezzettini, come fa la tecnica del kintsugi, nata secoli fa per riparare tazze in ceramica per la cerimonia del tè. Non è da tutti. Essere attivi in una onlus significa conoscere il peso delle linee di rottura e avere umanità. Per questo si deve mettere nel curriculum o scrivere su LinkedIn: attenzione, affidabilità, spirito di iniziativa, pazienza, ascolto, volontà sono più che soft skill e definiscono – anche – il nostro modo di lavorare.
La Fenice FVG è un’associazione di volontariato nata nel 2008 in Friuli Venezia Giulia separandosi dall’originaria Fenice onlus veneta, per sostenere i pazienti ammalati di DCA – con una particolare attenzione nei confronti di giovani ed adolescenti – e le loro famiglie.
Da quando ne faccio parte, la primavera del 2019, ho potuto seguire e talvolta ideare tanti progetti sulla sensibilizzazione dei disturbi del comportamento alimentare. Occupandomi di comunicazione nella vita professionale, è questo che ho portato dentro la Fenice. Tra tutti, amo profondamente il Progetto Abbraccio (che si legge qui: PROGETTO ABBRACCIO) le cui finalità e tappe si trovano nel sito che cerchiamo di tenere al passo con le attività. Doniamo il nostro tempo, la nostra professionalità (ognuno la propria e l’insieme fa la forza), la nostra sensibilità in modo spontaneo e gratuito. Facciamo del bene e ne riceviamo. Per questo, riprendendo ciò che dicevo prima, qualsiasi sia il nostro lavoro operare in una Odv può essere una marcia in più, un’esperienza da segnare nel curriculum che rivela un approccio alla vita a 360 gradi.
Non può lavorare male chi è abituato a fare del bene.
Nota: ho portato questo disegno alla tappa di Gorizia della mostra ABBRACCIO della Fenice FVG e l’ho dedicato a tutte le mamme di pancia e di cuore, tutte le mamme kintsugi conosciute, che sono grandi lottatrici, e che sono come me fragili, forti imperfette e uniche. La nostra imperfezione è la nostra unicità. Quante persone mi sono vicine! Intreccio con sottili, duttili e resistenti rami di vimini le loro storie alla mia. So che qualcuna sé ne andrà e che altre arriveranno, perchè la vita è questa.
Lori, Stefania, Kikki, Flavia, Maddalena, Alessandra, Cristina, Lucia: grazie per tutti i Kintsugi, per tutti i pezzettini che aiutate ogni giorno a ricomporre.
Ti potrebbero interessare